La prima udienza è stata fissata per il 10 settembre del 2026
Il Gup della Procura di Siracusa, Tiziana Carrubba, ha rinviato a giudizio per maltrattamenti aggravati Marcus Michael Pota, il compagno di Valeria Pandolfo, la donna siracusana il cui corpo fu trovato privo di vita in casa dell’uomo a Prata Sannita il 17 maggio del 2021.
Il fascicolo arriva a Siracusa da Santa Maria Capua Vetere dove viene stralciato dal procedimento per istigazione al suicidio di Valeria dopo che il Pm Luisa Turco si è dichiarata incompetente per territorio e qui viene preso in carico del dott. Andrea Palmieri.
E’ proprio quest’ultimo a formulare, a maggio scorso, la richiesta di rinvio a giudizio, accusando l’uomo di “abituali maltrattamenti morali e fisici” ai danni della convivente, ragazza dai bisogni speciali.
Questi maltrattamenti sarebbero andati avanti da dicembre 2019 ad aprile 2020 a Siracusa e poi da maggio 2020 a maggio 2021 a Parta Sannita.
All’uomo sono contestate condotte manipolative messe in atto addebitando a terzi azioni moleste via social in realtà riconducibili a lui, fino alle percosse, condotte poi cessate con la morte di Valeria.
La prima udienza è stata fissata per il 10 settembre del 2026 davanti al collegio, trattandosi di reato aggravato dal fatto che Valeria era disabile.
L’uomo è già a processo per atti persecutori nei confronti di Mirella, mamma di Valeria, sempre affiancata dall’avvocata Gabriella Mazzone e dall’associazione Rea con l’avvocata Antonella Giuffrida, costituitasi in giudizio.
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