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Utilizzo civile dell’Ias, Ust e Femca Cisl: “Subito tavolo istituzionale con Regione, Comuni e Ministeri”

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“Per garantire continuità, sostenibilità e posti di lavoro serve però l’ingresso di Siracusa e, soprattutto, di Augusta”

“Si convochi subito un tavolo istituzionale con Regione, Comuni e Ministeri per la svolta perso un utilizzo civile del depuratore Ias di Priolo”.

A sollecitarlo sono il segretario generale della Ust Cisl, Giovanni Migliore, e il segretario generale della Femca Cisl, Alessandro Tripoli.

“Non siamo davanti a scelte discrezionali, ma a decisioni giudiziarie e a norme precise che tutti devono rispettare – spiegano –  dal sequestro preventivo del 2022 alle misure di bilanciamento introdotte con il decreto-legge n. 2/2023, fino alla sentenza della Corte Costituzionale che ha imposto un limite di 36 mesi, e all’ordinanza del GIip del 31 luglio 2024 che ha disapplicato il decreto interministeriale: tutto questo ha tracciato un percorso chiaro e vincolante.

Il distacco dei grandi utenti industriali – proseguono – non l’abbiamo deciso noi: è previsto dalla legge. Ma davanti a questo scenario rilanciamo, perché se l’impianto deve andare verso un utilizzo civile, allora che sia un’occasione concreta di crescita per il territorio e non l’ennesima occasione mancata”.

Oggi all’Ias scaricano 90 piccole aziende insieme ai Comuni di Priolo e Melilli. Per garantire continuità, sostenibilità e posti di lavoro serve però l’ingresso di Siracusa e, soprattutto, di Augusta.

“La svolta è proprio su Augusta – continua il segretario del settore Energia della Cisl – finalmente si possono eliminare definitivamente gli scarichi a mare, chiudere una delle ferite ambientali più gravi e costruire un futuro diverso”.

“Lo studio di fattibilità già presentato lo dimostra – insiste Migliore – tempi certi, costi ridotti e una gestione più efficiente”

“Alla politica diciamo basta con i proclami: – concludono Migliore e Tripoli – qui servono decisioni vere, assunzioni di responsabilità, impegni chiari e verificabili. Non accettiamo che i lavoratori restino nell’incertezza”.

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