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Confimprese Sicilia

Commercio ambulante in crisi: in provincia di Siracusa -31% tra il 2016 ed il 2024

commercio

In tutta la Sicilia azzerate oltre 5.000 imprese

Con una nota inviata al Presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, e all’assessore Regionale alle Attività Produttive,. Edmondo Tamajo, Confimprese Sicilia ha evidenziato la grave crisi che attraversa il settore del commercio su aree pubbliche in Sicilia.

I dati ricavati dall’Osservatorio Nazionale del Mise, confermano la profonda crisi del commercio ambulante nell’Isola: tra il 2016 ed il 2024 azzerate oltre 5.000 imprese ambulanti, con un contrazione del 24 %. Di queste quasi la metà nell’ultimo anno.

Il fenomeno è diffuso in tutte le province, con punte di criticità drammatiche a Palermo (‑34%), Ragusa (‑42%) e Siracusa (‑31%).

In provincia di Siracusa, infatti,  si è passati dalle 1.077 imprese del 2016 alle 741 del 2024.

Tra le principali cause della crisi che danneggiano il settore c’è il cambiamento dei consumi – spiega il coordinatore di Confimprese Sicilia Giovanni Felice – cittadini e consumatori preferiscono esperienze d’acquisto più flessibili, integrate e di qualità. Mentre sono cambiate le modalità di lavoro e di utilizzo del tempo libero, i mercati restano organizzati quasi esclusivamente di mattina, escludendo chi lavora”.

Ma c’è di più. “Il commercio online – continua il coordinatore di Confimprese Sicilia – ha reso facilmente accessibili prodotti prima esclusivi del mercato ambulante.

La mancanza di regole certe ed una scarsa e poco incisiva lotta all’abusivismo, danneggiano chi lavora in regola ed abbassa la percezione di qualità dei mercati.

Va avviata – dichiara Felice – la conversione funzionale dei mercati, lavorando su diverse linee di interventi quali i mercati tematici e polifunzionali (alimentare di qualità, artigianato, cultura) con eventi serali e infrasettimanali; l’Integrazione digitale, attraverso una piattaforma regionale con calendario, elenco operatori, vetrina online e autorizzazioni digitali.

Bisogna agire – suggerisce ancora – su sostenibilità e accessibilità: materiali ecologici, raccolta differenziata, mobilità dolce e trasporti pubblici, sull’inclusione ed il ricambio generazionale, con incentivi per giovani, donne, disoccupati attraverso bandi e formazione.

Occorre realizzare Governance partecipate: reti tra ambulanti, negozi e istituzioni con contratti di rete. I mercati – conclude Felice – devono essere inseriti nei processi di rigenerazione urbana, come, ad esempio, quelli delle aree industriali dismesse, o di aree recuperate per usi diversi”.

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