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Nuovo ospedale di Siracusa e l’incognita della classificazione di “secondo livello”

nuovo ospedale

Il nodo, come spiega Salvo Baio, non è stato ancora sciolto e non c’è certezza che mai lo sarà

Salvo Baio torna a parlare del nuovo ospedale di Siracusa e del rischio che grava sulla classificazione di secondo livello nonostante le rassicurazioni del governatore Schifani.

“Siamo davvero ad un passo dalla gara d’appalto per il nuovo ospedale, come ha assicurato il presidente Schifani durante il recente forum su Sanità e Intelligenza artificiale?

Ostentando la sicurezza di chi conosce le carte, Schifani,  a precisa domanda della giornalista Laura Valvo de La Sicilia, ha risposto così:” Stiamo lavorando perché il nuovo ospedale di Siracusa sia di secondo livello. Non vedo problemi nell’iter, anche se il percorso è stato complesso”.

Prendiamo atto delle  rassicurazioni del presidente Schifani  e ci auguriamo che l’obiettivo sia raggiunto  nel più breve tempo possibile, nell’interesse della sanità siracusana.

Tuttavia Schifani si è ben guardato dal dire quale sarà l’iter per l’attribuzione del secondo livello. I Latini dicevano “Veritas in particularibus est”, la verità è nei dettagli. Che poi dettagli non sono.

Come si ricorderà, qualche mese fa il ministero della Salute chiese alla Regione Siciliana di attestare se il nuovo ospedale era in linea con i requisiti previsti dal decreto ministeriale (DM) dell’ex ministro della Sanità, Balduzzi.

Questa attestazione la Regione non l’ha mai fatta per la semplice ragione che il nuovo ospedale i  requisiti richiesti dal DM non li ha; in  particolare non ha un bacino di utenza di almeno 600mila abitanti.

Da qui la nostra riluttanza  a dare ulteriore credito a promesse che sentiamo fare da parecchi  anni dalla politica e di cui non resta traccia.

Come abbiamo detto tante altre volte, senza essere mai smentiti, la popolazione di Siracusa fa parte, assieme a quella di Ragusa, del bacino d’utenza di Catania, che, sommando la popolazione delle tre province, che è di oltre un milione e 800mila abitanti, ha potuto ottenere, senza che nessun deputato regionale siracusano si opponesse, tre ospedali di secondo livello.

E’ stata questa operazione a precludere alla nostra provincia  la possibilità di avere un ospedale di secondo livello. Tutto questo è scritto, semmai qualcuno dubitasse delle nostre affermazioni, in un decreto di tre anni fa dell’allora assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.

Come venire a capo del problema, anche per sloccare i 124 milioni  tuttora congelati?  Per inserire nel giusto contesto la questione,  va detto che il secondo livello non è un’etichetta, una medaglietta da appuntare al petto,  ma una tipologia di ospedale con strutture sanitarie di alta specializzazione.

Ed ecco il fatto nuovo. Il ministro alla Salute Orazio Schillaci, presente al forum su Sanità e Intelligenza artificiale, ha fatto capire, pur tenendosi abbottonato, che si sta valutando a livello tecnico l’ipotesi di una modifica al DM Balduzzi.

Cosa non semplice perché, per come è  strutturato il DM, se si modificano i criteri di classificazione degli ospedali  crolla  l’intero impianto normativo, aprendo una voragine nella rete ospedaliera esistente.

Il ministro potrebbe ripiegare su una deroga ad hoc, ma sarebbe un azzardo giuridico.  Anche ammettendo che si possa aprire per questa via uno spiraglio per l’attribuzione del secondo livello, del che dubitiamo, resta il fatto incontestabile che le dichiarazioni di Schifani e di Schillaci sono la PROVA PROVATA di quello che da oltre tre anni andiamo dicendo e cioè che il nuovo ospedale di Siracusa NON E’ MAI STATO E NON E’ OGGI DI SECONDO LIVELLO,  con buona pace di chi ha sparso un cumulo di fake news”.

 

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