Il reparto deve fare i conti con carenze croniche di risorse umane mediche e paramediche
Numeri da record al reparto di Ortopedia dell’ospedale Trigona di Noto eppure invece di rinforzarlo l’Asp sembrerebbe “snobbare” le richieste da più parti giunte per colmare le carenze crioniche di personale medico e paramedico.
A sollevare la questione è Donatella Lo Giudice che non si rassegna a questa incongruenza: “Il sentire comune dei nostri concittadini, secondo cui, curarsi fuori da Siracusa è preferibile – scrive in una nota – è un assunto che ho sempre combattuto.
La nostra sanità provinciale, pur nelle sue molteplici carenze, ricomprende tuttavia al suo interno un buon numero di professionisti di prim’ordine nelle varie branche mediche, di cui troppo poco si parla, così da annegare nel calderone delle inefficienze anche quanto non merita affatto di essere definito tale”.
A conferma delle sue affermazioni Lo Giudice cita i dati Agenas che riguardano proprio il reparto di Ortopedia dell’Ospedale Trigona di Noto inserito fra le 11 eccellenze da Roma in giù.
“Quando il dott. Salvatore Piccione approda in reparto e ne assume la direzione – riferisce Lo Giudice – trova una mobilità passiva (cioè pazienti che emigrano fuori provincia per cure ed interventi ortopedici) pari al 70%. Sappia chi legge che la mobilità passiva rappresenta un costo notevole per le casse della nostra Asp.
L’abilità e l’abnegazione del Dott. Piccione produce presto un piccolo miracolo, riesce non solo ad azzerare la passività ma addirittura a trasformarla in mobilità attiva (cioè i pazienti accorrono dalle altre province a Noto).
Questi i numeri: 14000 prestazioni ambulatoriali, oltre 1000 interventi l’anno (collo/femore, anca/ginocchio), 250 interventi di protesi”
Tutto questo – fa notare – nonostante tutte le criticità dentro cui è costretto ad operare (carenza cronica di risorse umane mediche e paramediche, Pronto soccorso ad 11km di distanza..etc..)”
Da qui l’interrogativo rivolto ai vertici Asp: “Ma se in condizioni, per voler usare un eufemismo, non sufficienti, si riescono ad ottenere questi risultati, quali risultati si potrebbero raggiungere anche solo con un maggiore sforzo collaborativo?
Per mia formazione credo molto nel dialogo costante e propositivo dentro qualunque comunità e più che mai all’interno di sistemi aziendali complessi. La ricaduta – conbclude Donatella Lo Giudice -finisce per incidere sui cittadini/utenti che interrompono il rapporto di fiducia per il quale tanto ci si sta impegnando nel voler mettere al centro proprio la persona”.
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